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Articoli alla scoperta dell'Italia che seduce...

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Turismo del vino: borghi medievali e sapori fra le colline del chianti fiorentino
Una bottiglia di Vino Chianti Classico non è solo un ottimo vino ma anche un concentrato di storia e di tradizioni. Il famoso Gallo Nero spadroneggia tra le leggende e le storie enogastronomiche toscane.
La leggenda narra che Firenze e Siena, in passato, dopo lunghe battaglie, stanche dei loro dissidi, trovarono il modo di accordarsi e seppellire l’ascia di guerra. Come? Facendo partire al canto del gallo due cavalieri dai loro rispettivi capoluoghi, delineando così i loro confini e fissando un punto d’incontro.I senesi scelsero un gallo bianco, i fiorentini un gallo nero. I fiorentini tennero al buio ed al digiuno il loro gallo nero prima di farlo cantare all’alba e fu questo il motivo per cui al primo bagliore il gallo cantò subito, regalando così un bell’anticipo al cavaliere che partì per la sua corsa…In realtà il Gallo Nero è stato un simbolo amministrativo per la Lega del Chianti in passato ed odiernamente è stato scelto dal Consorzio Vino Chianti Classico per racchiudere tutti i comuni in cui si produce questo vino rispettando il suo disciplinare.E’ opportuno ricordare, facendo una piccola premessa, che la Toscana è la regione per eccellenza con la più particolare e variegata impronta enologica. Un’attrattiva forte per l’incoming straniero, che sembra non incontrare crisi, le sue microaree interne sono un tripudio di sapori diversi tra loro che si fondono in particolari eccellenze gastronomiche.Tra i comuni del Chianti Classico è un dovere ricordare Gaiole in Chianti, Lamole, Greve in Chianti, Panzano in Chianti, Radda in Chianti, San Polo in Chianti, fino ad arrivare ai più piccoli paesi incastonati tra le colline, a ridosso delle due province di Siena e Firenze.Tra gli angoli più suggestivi delle Colline Chiantigiane troviamo Certaldo, Gambassi, Barberino Val d’Elsa, Marcialla, Montaione, Iano, San Vivaldo,Tavarnelle Val di Pesa, Pancole, Tignano, Vico d’Elsa, Linari (il paese fantasma), Sant’Appiano e Petrognano Semifonte (la città maledetta), Castellina in Chianti e molti altri piccoli gioiellini.I turisti stranieri più intraprendenti e affamati di curiosità conoscono molto bene questi luoghi e subiscono il fascino di queste colline, il fascino delle vigne, degli ulivi e dei campi di girasole. Pertanto non è assolutamente raro vedere coppie di tedeschi spingersi a visitare questi luoghi un pò sperduti.Il Chianti fiorentino ed il Chianti Senese, da sempre in lotta bonaria e costante, hanno caratteristiche e peculiarità morfologiche ben diverse, seppur poco percettibili per alcuni. Proprio queste diversità fanno sì che siano le due zone per eccellenza per il turismo del Vino.Descrivere tutto d’un fiato la zona del Chianti obbliga a fare delle generalizzazioni. Poiché si tratta di un territorio molto esteso, con circa 70.000 ettari di superficie DOCG – l’area controllata e garantita più estesa d’Italia, generalizzare è un errore che facciamo con tutte le migliori intenzioni.Invito chiunque a lasciarsi cullare da queste colline, senza meta inoltrarsi tra questi borghi e perdersi un pò. Ciò che troverete sarà una sorpresa.Specialmente, è la lingua di terra che da sempre le due province si sono contese ad essere la più ricca di storia e gastronomia. Una terra di mezzo tra Siena e Firenze, un territorio composto da piccoli comuni, castelli medievali e piccole frazioni piene di storia.Qui si possono trovare ottimi salumi di cinta, la sbriciolona – un salame dall’impasto magro e croccante, nonché molti deliziosi piatti a base di cinghiale. Tutta la cucina qui è accompagnata da Olio Extravergine di Oliva e da calici di rosso Chianti DOCG.Se passate da queste parti, una meta non usuale è il paese di Petrognano Semifonte, detto il paese maledetto. Sviluppandosi e ampliandosi , Petrognano nel 1200 cominciò ad attirare l’ira e l’invidia dei Fiorentini, che assieme ad i Senesi distrussero completamente il paese, uccidendo i suoi abitanti. Questo borgo oggi vanta una forte impronta vitivinicola che richiama il turismo straniero. Stesso discorso vale per la vicina Sant’appiano e la sua bellissima pieve.

 

Rio nell’Elba l’altra faccia dell’Isola
 

L’arrivo dell’autunno ha fatto in modo che potessi vedere con i miei occhi una faccia diversa dell’isola rispetto a quella estiva che usualmente siamo abituati a vedere. Poche persone e molti luoghi da visitare lontano dal caos e dal turismo di massa.

Rio nell’Elba è un mucchio di case storiche arroccato su se stesso, piccolo paese, essenziale ma ben curato.

La piazza principale è dedicata all’imponente chiesa, il resto della cittadina è costituito da vicoli che si snodano fino a salire nella parte storica, tra scalinate infinite, saliscendi di pietra bianca, case adornate di piante e fiori, fontanelle dell’acqua e giardini comunali invasi dai gatti che qui sembrano aver trovato la loro dimensione.

Le botteghe all’interno del paese sono pochissime, si contano sulle dita di una mano, ma tutte riescono comunque a soddisfare i bisogni del viaggiatore di passaggio.Fine settembre inizio ottobre è stato il mio periodo di soggiorno e posso decisamente dire di aver gustato profondamente l’essenza del posto, visitandolo in maniera slow, dedicandomi completamente ad esso e lasciandomi trasportare dai labirinti delle strette stradine.

Da Rio nell’Elba si può agevolmente visitare tutta l’Isola, Porto Azzurro nel tardo pomeriggio è come una pittura all’olio, semplicemente bellissima. Marciana Marina è un susseguirsi di negozietti lungo una piacevole passeggiata per il porto ma anche Rio Marina e Portoferraio non sono state da meno.

Ogni mattina svegliarsi prestissimo ed iniziare in lungo e largo la scoperta del borgo che sempre offriva qualche novità, tra piante di cappero ancora in fiore e l’odore dolciastro delle bacche di alloro che si spaccavano lungo la strada.

Piante che facevano da cornice al mare limpidissimo, ovunque mi giravo potevo scorgere all’orizzonte il blu intenso che si faceva spazio tra le morbide colline. 

Le case tra i vicoli erano un tripudio di piante e di foglie caduche dalle varie colorazioni. Le persone del postoormai si erano abituate alla mia presenza e dandomi il buongiorno ogni mattina sono state la morbida carezza che accompagnava la mia dolce senzazione di relax.Il rintocco della campana che rimbombava ogni giorno nelle vecchie mura di queste case e del mio appartamento mi ricordava che era arrivata ora di pranzo, quindi, lasciavo temporaneamente l’attrezzatura fotografica.

Lo facevo sapendo già che il pomeriggio avrebbe offerto nuovi scorci ed il cielo avrebbe assunto nuovi colori.Lasciarsi cullare dall’imagine delle onde al tramonto con un calice di Aleatico non ha prezzo, e per fortuna presto dovrò tornare. Non vedo l’ora di farlo.

Pietra Ligure - bianca ed affascinate​

 

Da sempre la Liguria occupa un posto speciale nei miei pensieri e nei miei ricordi. Si tratta di luoghi di struggente bellezza, rocce a picco sul mare e un’ottima tradizione enogastronomica marinara. Tutto ciò si incarna in splendide serate di svago estivo, indimenticabili sensazioni vissute in angoli di paradiso naturali che difficilmente posso dimenticare.

Prima di partire, una premessa, conosco alla perfezione gran parte della Liguria, ma Pietra Ligure era rimasta fuori, da sempre una curiosa tappa che mancava ai miei diari di viaggio. Alla fine, per fortuna, ho incontrato una persona davvero speciale: Sara Battaglia – la proprietaria del B&B Ghiro Ghiotto di Pietra Ligure, che mi ha gentilmente offerto di soggiornare da lei per scoprire la sua struttura e, naturalmente, visitare la zona.

Il B&B ci accoglie nelle sue stanze, un’esplosione di colori e di vivacità unite ad ottime colazioni, la base di un soggiorno genuino, sano e divertente.

Il Ghiro Ghiotto è proprio al centro di Pietra Ligure, in zona a traffico limitato e principalmente pedonale, piena di negozietti e servizi di ricezione. Caffè, pizzerie e ristoranti si trovano in ogni angolo, e la gentilissima Sara sa consigliarvi nella vostra permanenza.

 

Tra focaccia ligure, dolci fatti in casa, colazioni ricche ed abbondanti, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Qui ho finalmente scoperto in modo “slow”, a piedi, tutto il borgo storico di Pietra Ligure, fino ad arrivare a Loano, altro graziosissimo centro storico poco distante.

Per gli amanti del trekking è bello anche intraprendere i sentieri ed i percorsi ben segnalati che da Pietra Ligure portano sia a Ranziche Bogio Verezzi, due località montane poste in alto sul monte Carmo. Luoghi visitabili grazie a sentieri trekking immersi tra paesaggi freschi boschivi e panorami mozzafiato, che spaziano dalle alpi al mare.

Una scoperta assolutamente indimenticabile a livello culinario è quella dei Fugassin. Affondare i propri denti nei deliziosi snack dolci o salati, è un’esperienza unica. I fugassin sono triangolini di pasta di pizza fritti e ricoperti di cioccolato o mozzarella e speck, sono buonissimi caldi.

 

La Liguria non si smentisce mai, la provincia di Savona ha piacevolmente stuzzicato la mia soddisfazione, un territorio del tutto particolare stretto fra mare e fra montagne. Questo andamento morfologico non è semplice da gestire a livello agricolo e vitivinicolo, anzitutto poichè la vendemmia delle viti deve essere fatta a mano. Si tratta comunque di una ricchezza che porta peculiarità enologiche e gastronomiche nate proprio dall’incontro fra il salmastro e le colline.

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